Dopo lo scadere dell’ultimatum di Colaninno sul salvataggio di Alitalia, la Compagnia aerea italiana si è riunita in assemblea e, all’unanimità, ha ritirato l’offerta.

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“La drammatica situazione di Alitalia – molto peggiore di quella che aveva dato luogo ad alter offerte di acquisto in passato – e dei mercati internazionali, non permette di allungare ulteriormente una trattativa che è stata approfondita e che ha portato a numerose concessioni. Ulteriori concessioni e dilazioni metterebbero irrimediabilmente a rischio al realizzazione del piano”. Lo afferma Cai, Compagnia Area Italiana nella nota in cui annuncia di aver deciso il ritiro dell’offerta su Alitalia.

Nonostante la situazione critica ed il fatto che Il commissario straordinario, Augusto Fantozzi, abbia comunicato l’avvio formale della procedura di cassa integrazione straordinaria per migliaia di persone, tra i dipendenti Alitalia, è prevalsa comunque   la palese soddisfazione per il ritiro della CAI (che nei cartelli delle manifestazioni era stata definita ironicamente “Compagnia Avvoltoi Italiana”.

Durante l’assemblea all’ aeroporto di Fiumicino alla notizia del ritiro dell’ offerta Cai sono scattati applausi e frasi di gioia.

Ora però è in gioco il futuro di migliaia di persone la cui unica colpa è stata quella di aver lavorato in una compagnia che i politici di tutti i colori hanno utilizzato a proprio piacimento trasformandola  in uno scatolone pieno di debiti in cui i  lavoratori finiscono per essere “carne da macello”. 
 
La politica non può lavarsi le mani, è necessario un intervento, e deve esserci subito!  

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