Siamo contrari prima di tutto per il metodo. Ma esprimiamo forti riserve anche nel merito. E’ un provvedimento che non crea nuovi posti di lavoro – almeno in questo lustro – e che rischia di creare nuove precarietà in una fascia di età che una volta definivamo “vicina alla pensione” ma che, con le recenti riforme, tanto vicina a quel giorno non lo è più; ma che oggi rischia di essere espulsa per sempre dal mercato del lavoro. Ma siamo contrari alla formulazione attuale anche e soprattutto perché non c’è traccia, in esso, di politica industriale per il paese. Lo avevamo detto: ci vogliono spremere come limoni. E già lo stanno facendo. In nome del debito, si premiano le banche (che con le speculazioni lo hanno aggravato) e si tassano i lavoratori. E ora che anche la patrimoniale ricade sempre sugli stessi chi l’ha invocata a gran voce che cosa avrà il coraggio di inventarsi ?
La nostra proposta era ed è chiara: diminuzione delle tasse su lavoro e pensioni con la tassazione massima al livello delle rendite finanziarie. E abolizione del sostituto di imposta per fare sì che tutti i cittadini siano uguali di fronte al fisco.
Ma questa è una strada difficile da percorrere. Molto più facile continuare a mungere la mucca (cioè i lavoratori) e spostare la discussione su qualcosa d’altro appunto: il mercato del lavoro. Con buona pace di CGIL-CISL e UIL che – ripetiamo – stavano al tavolo e quindi al gioco.
La Segreteria.